Come abbiamo già scritto, il concetto di sostenibilità è bellissimo e stimolante, ma il problema è come tradurlo in azioni pratiche; l’importante è che ciascuno si ponga il problema e trovi la maniera di attuare azioni conseguenti, che saranno diverse, dipendendo dalle forze di ciascuno e dalle sue specificità; quello che conta è che queste diverse azioni convergano verso un risultato: la sostenibilità ambientale.
Su questo tema a San Marino, la terra della libertà, si sta sperimentando un approccio semplice ed adatto alle caratteristiche del territorio: “Bosco Green. Il bosco degli imprenditori differenti”.
“Il progetto – ci spiega Gabriele Geminiani, ideatore del festival - è un’iniziativa del San Marino Green Festival, nata dai cenacoli creativi fra me e Luigi, titolare di Equipe Luigi, parrucchiere a San Marino.
L’impresa può sostenere la transizione ecologica puntando a una profonda collaborazione con i territori. In un momento in cui piantare alberi sembra essere una delle parole d’ordine della transizione ecologica, nella Repubblica di San Marino si rilancia e si punta al rimboschimento, non solo piantando alberi, ma seguendoli durante tutto il loro sviluppo. L’obiettivo è di creare un bosco di comunità, in cui realizzare eventi e progetti didattici con le scuole. In sostanza, si vuol fare in modo che un luogo verde possa essere “partecipato” e vissuto.
Gabriele Geminiani (a dx) e Luigi Ceccoli dell’Équipe Luigi
L’idea è quella di coinvolgere gli imprenditori sammarinesi a piantare o custodire le piante che andranno a rinverdire un suolo pubblico alla Ciarulla, nel castello di Serravalle. In questo modo gli imprenditori (e anche i piccoli artigiani e commercianti) avranno modo di ridurre, fino ad annullare, l’impronta ecologica delle proprie attività. L’operazione viene fatta in collaborazione con la Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ugraa, l’Ufficio gestione risorse ambientali ed agricole di San Marino.
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Dietro il progetto ‘Bosco Green’, c’è l’intento di creare un percorso sostenibile rivolto a tutti gli imprenditori, anche i più piccoli; abbiamo deciso di partire da una particolare piantumazione di alberi, con specie autoctone. Vogliamo prendere per mano ogni professionista per avviarlo a un percorso di consapevolezza verso la sostenibilità della propria azienda. Una sorta di audit con più invitati in cui ognuno mette sul tavolo il proprio concetto di sostenibilità e ciò che più o meno coscientemente ha già messo in campo fino ad ora.
Ci crediamo perché oggi in questo processo di sostenibilità ambientale non mancano le imprese più grandi, che sono forse più facilitate a partecipare ai percorsi di transizione ecologica, mentre le piccolissime, le piccole e le medie imprese hanno una difficoltà dettata anche dalle loro dimensioni imprenditoriali. Noi vogliamo accompagnarle».
- Ma qual è la differenza tra un bosco e un “bosco di comunità”?
«Un’iniziativa del genere – ci risponde - punta al concetto di comunità, inteso come qualcosa che cresce e alle cui radici ha una nuova consapevolezza di relazionarsi con proprio territorio e il proprio ambiente. Dobbiamo rendere estrinseco questo valore aggiunto. Si parte dalle visite e dai progetti didattici con le scuole: le piante dicono molto, possono parlarci di storie e di futuro. Già San Marino Green Festival ha creato un’iniziativa che si chiama “Progetto Flora adotta un albero”, che aveva l’intento di fare incontrare due creature diverse, una animale e l’altra vegetale, affinché si generasse fra loro un dialogo. L’idea era di favorire l’accrescimento nelle persone del sentimento che accudire una pianta è accudire una creatura vivente, osservandola nelle varie fasi della crescita e dello sviluppo stagionale, dalla fioritura, al frutto e al seme. Dalla pianta, ora, passiamo al bosco».
Giampiero Valenza
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