venerdì 27 ottobre 2023

Aquositas - La presentazione del Percorso Aquositas alla Osteria Manareta a Candelù – Il racconto di Laura Panizutti


L’Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto è nata nel

2007 dalla collaborazione fra La Rotta dei Fenici, Itinerario Culturale del

Consiglio d'Europa, e la Rete di Informazione L'Italia del Gusto, con lo scopo

di valorizzare e promuovere la conoscenza, lo sviluppo e la diffusione delle

culture locali in tutte le loro espressioni.

Il progetto intendeva unire e collegare borghi e territori europei poco

conosciuti e valorizzati, per creare una rete di scambi culturali e istituzionali

di ampio respiro.

In particolare, mirava alla salvaguardia di quelle terre di cui normalmente

non si parla nelle pagine dei giornali, dei territori e dei borghi meno conosciuti

in Italia e in Europa. Il progetto è finalizzato ad ‘informare chi informa’ e prevede

l’intervento di delegazioni di giornalisti e comunicatori nei territori della rete.

Borghi d'Europa promuove un circuito nazionale di borghi e territori

(Aquositas,Le Vie d’Acqua), profondamente segnati nella storia e nell’ambiente

dalla presenza di un elemento comune: l’acqua.

Il circuito organizza e promuove dei percorsi internazionali d’informazione

per mettere a confronto idee, iniziative, progetti,capaci di seguire il filo logico

della valorizzazione rispettosa degli equilibri sociali, culturali ed ambientali dei

territori di riferimento.

I territori scelti : Borghi di lago : Carinzia (Austria) ,Verbano (Piemonte),Canton Ticino ;

i borghi di mare : Riviera Romagnola (Comacchio), Istria slovena (Isola),

Istria croata (Cittanova), Fossacesia (Chieti-Abruzzo), la Laguna di Marano (Friuli

Venezia Giulia) ;

i borghi di fiume : la Piave (Veneto), Il Natisone (Valli del Natisone),

il Canton Ticino e la Valposchiavo, il Fiume Stella (Friuli Venezia Giulia), Sillian

(Ost Tirol, fiume Drava), il Delta del Po (Argenta).


Laura Panizutti,Consulente Finanziaria e Patrimoniale di Conegliano, partecipa alle iniziative quale partner d'informazione fin da primi anni del progetto.

La presentazione del Percorso Aquositas avviene alla Osteria Manareta, a Candelù (Maserada sul Piave).




Guido Facchin, in un bel libro di storia locale, ricorda la figura di Giuseppe Voltarel detto ‘manareta’ (piccola manera,ovvero piccola ascia), nato a Candelù nel 1892. “Dopo la caduta

di Caporetto del 24 ottobre 1917 e la ritirata sulla linea del Piave e del Grappa, l’esercito

resiste e respinge i tentativi di superare il fiume.Voltarel, con l'8° Reggimento Bersaglieri

della XXIII divisione (Gen. Fara) si trova schierato di fronte a Candelù. Lo comanda il

Colonnello Alessandro Pirzio Biroli. Il comando della VI Brigata Bersaglieri viene

alloggiato proprio nella casa di Voltarel. Biroli lo investe di una preziosa e pericolosa

missione: andare oltre le linee nemiche, osservare, ascoltare e riferire. Giuseppe è abile nei movimenti, gli viene richiesto anche di accompagnare plotoni e compagnie negli

spostamenti tattici, guida perfino Emanuele Filiberto, Duca D’Aosta comandante in capo

della III armata; entra nella leggenda dei Caimani del Piave.Nel dopoguerra apre un’osteria

con annessa rivendita alimentari, si fa una famiglia, diventa padre otto volte. “



Così quando quindici anni orsono Roberta e Michele Carisi prendono in mano i destini

della Osteria di Candelù, la chiamano ‘Manareta’, riportandone la storia anche nella

porta a vetri del locale. Osteria informale, fin nell’arredamento, sobrio ma elegante, ma fortemente simbolico. I sassi del Piave, le lampade e gli inserti in metallo che sembra arrugginito, i tavoli semplici e lineari…..

Tutto sembra rinviare ad uno spazio ‘aperto’, che continua nelle golene della Piave….

Il servizio è ispirato all’essenzialità, cortese, mai untuoso."


mercoledì 11 ottobre 2023

Bologna Capitale del Gusto – All’enoteca Vinologico in Via delle Lame, la prima tappa per conoscere Ivan e Alessandro


“I monumenti ci parlano.

Se ci fermiamo anche solo per un attimo a guardarli ed interrogarli, ci racconteranno di un passato affascinante, che è il nostro.

Partendo idealmente da essi, e attraverso di essi , il portale “Storia e Memoria di Bologna” dà voce ai protagonisti maggiori e minori della storia…”

“La tipica osteria bolognese è costituita da un locale con tavole e sedie disposte lungo le pareti longitudinali, allineate con la parete di fondo, il banco della mescita, dietro il quale troneggiano gli scaffali colmi di fiaschi e bottiglie.

“Abbiamo pellegrinato da una osteria all’altra della città – bevendo dappertutto un bicchiere alla salute del lettore – per ricercare le vestigia di questi ricettacoli dei seguaci di Bacco e abbiamo potuto constatare che molti locali dal vecchio e caratteristico aspetto esistono ancora, rappresentando così un singolare contrasto coi “bars” ultramoderni dove si pavoneggiano lindi baristi stilè e domina la cassiera dalle unghie rossolaccate. …”

Poi vi sono i locali dove l’eccellenza delle scelte si mescola alla qualità delle atmosfere e delle iniziative . E’ il caso dell‘enoteca Vinologico, che Ivan  e Alessandro hanno aperto in via delle Lame, e che merita senza dubbio di appartenere ad un percorso del gusto che fa della cultura uno dei suoi elementi fondanti.

Citiamo, tanto per fare un esempio, gli incontri con l’artista : a giugno “Piano Colore”, una serie di disegni su carta di Angela De Sando che,dopo la laurea in architettura, ha fatto gli studi di arte contemporanea a Madrid ed ha collaborato con architetti e interior designer in Italia e all’estero.

“Locale di livello altissimo. Il proprietario, oltre che essere una persona gentile e disponibile, cura tutte le proposte, sia relative al bere che al mangiare, nei minimi dettagli.”

In maggio la presentazione dei vini della cantina LA TOGNAZZA di Gianmarco Tognazzi.

Un blend interessante che unisce le due regioni di Toscana e Lazio (Toscazio) e vitigni autoctoni toscani con vitigni internazionali: Tapioco: vermentino – chardonnay Come se fosse: sangiovese – merlot ; Antani: sangiovese – syrah.

Fra le scelte dei due Sommelier il vino La Bella Arrabbiata Extra Brut dell’azienda agricola Col Miotin di Pieve di Soligo.

Racconta Antonio Bottega,nume tutelare dell’azienda :”La zona di produzione di questo spumante sono le vigne collinari coltivate nella zona di Solighetto (Pieve di Soligo). Perlage delicato, con bollicine sottili, persistenti ed omogenee. Il colore giallo paglierino con riflessi verdognoli riflette un profumo floreale di fiori bianchi e gialli, ma anche profumi di frutta come pera, mela, pesca e banana. La Bella Arrabbiata si presenta con un gusto sapido e piacevolmente acidulo, con un gradevole finale asciutto. Viene servito come aperitivo oppure in abbinamento ad antipasti, primi piatti e secondi piatti a base di pesce.”

Ivan è croato e propone con Alessandro nella loro enoteca alcune ‘perle’ di quella terra (tanto per fare un esempio la Malvazija Istriana e Teran, vitigno rosso autoctono dell’Istria….).

Borghi d’Europa ha proposto ai due Sommelier di accompagnare le storie di Bologna,Capitale del Gusto come partner d’informazione : comincia un viaggio che si concluderà alla fine del 2024.

Evviva !

lunedì 9 ottobre 2023

Le Vie del Pane - Andrea Semenzin racconta la storia del pane di segale - Il confronto con la Via del Pane dell'Appennino Bolognese



 Annotiamo da Giallo Zafferano :


"Il pane di segale è un pane rustico ottenuto mescolando la farina di segale con la manitoba. Esistono molte varianti, forme e consistenze che si possono dare al pane di segale....

La farina di segale, oltre ad essere un alimento nutriente e sano, è molto diffusa nei paesi del nord Europa e in generale in quelli che presentano climi molto freddi, perché la segale è più resistente del grano in condizioni climatiche sfavorevoli. Con la farina di segale l'impasto acquista una consistenza più compatta rispetto a quello realizzato con la farina di grano, utilizzata per preparare il comune pane fatto in casa; inoltre conserva la morbidezza più a lungo perché si secca meno rapidamente. "



Andrea Semenzin, nume tutelare dell'Antico Forno di Caerano San Marco, racconta :

"Il pane nero, o pane di segale, è un tipo di pane di colore scuro, mangiato comunemente nelle regioni di lingua tedesca, nei paesi nordici e nei Paesi Bassi, dove viene utilizzato in modo piuttosto simile al pane bianco. Viene impastato usando la farina di segale, invece della bianca, dato che la segale è maggiormente resistente ai climi freddi tipici dei paesi montani, ma anche all'aridità.


Il pane nero in Alto Adige



Nella cucina altoatesina esistono storicamente tre variazioni di pane nero:

- il Vinschger Paarl: questo pane viene impastato usando farina di segale e grano; il panino viene ottenuto unendo due pani rotondi e piatti, da qui il nome «paarl», ovvero coppia. Di questo pane si è riscoperta la ricetta originale Ur-Paarl che era custodita dai monaci benedettini dell'Abbazia di Monte Maria, sopra Burgusio nel comune di Malles.

- il Schüttelbrot (letteralmente: pane scosso), la schiacciata tradizionale della val d'Isarco. Il nome del pane è dovuto al fatto che l'impasto a tre quarti della lievitazione viene battuto e appiattito utilizzando un'assicella di legno rotonda.

- il Pusterer Breatl della val Pusteria, si ottiene impastando farina di segale e di grano.

Questi tipi di pane sono nati come pane per poveri che veniva cotto soltanto due/tre volte l'anno e conservato al buio.


Il pane nero in Val d'Aosta




Nella cucina valdostana il pane nero ha un'importanza cruciale e viene ancora oggi prodotto e cotto nei forni a legna.

A Chamois Il pane cotto a legna viene realizzato con farina di segale, di frumento integrale e di avena.

Prima di essere infornate, le tipiche pagnotte di pane nero vengono incise in superficie con due o tre tagli netti.

Solitamente si tratta di pani da circa un chilogrammo di impasto ciascuno che, una volta cotti, vengono poi conservati in apposite rastrelliere di legno appese al soffitto. Il pane raffermo viene poi tagliato con un apposito strumento chiamato Copapan.

Al classico pane nero è possibile trovare delle varianti, ottenute inserendo nell’impasto noci, uvetta o semi di finocchio e aromi. Tra i pani dolci che rivivono va ricordata la Micòoula, pane di segale arricchito di castagne, noci, fichi secchi, uva passa e, talvolta, anche scaglie di cioccolato. Nel dialetto tradizionale micòoula significa infatti “pane un po’ più piccolo e un po’ speciale”.


Il pane nero in Valtellina




In Valtellina il pane di segale è prodotto in tre varianti:


- la ciambella del diametro di circa 15 cm e di 1,5 cm di altezza

- la Brazzadéla ossia la ciambella fatta essiccare al sole infilzandola su pioli di legno.

- la ciambella con aggiunta di anice.

In Valtellina è possibile trovare ogni giorno il pane di segale fresco oppure la Brazzadéla confezionata. Il pane di segale con l'anice è reperibile soprattutto in alta Valtellina e nella vicina Valle di Poschiavo.


"La Via del Pane" dell'Appennino Bolognese



Percorrendo la Fondovalle Savena, o per le strade di Monzuno, Monghidoro o Rioveggio è facile imbattersi in cartelli che indicano ”La Via del Pane”. E’ facilmente intuibile che si tratta di un itinerario gastronomico ma cos’è veramente?

La “Via del Pane” segue idealmente i confini delle Cinque Valli bolognesi ed è un percorso finalizzato alla promozione turistica ed alla conoscenza dei prodotti tipici del territorio. Concretamente, è un insieme di attività (agriturismi, forni, mulini ecc.) che operano per l’affermazione dell’identità territoriale. La segnaletica aiuta a seguire (in macchina o a piedi) l’itinerario attraverso i tre sentieri didattici presso i Comuni di Monzuno, Loiano e Monghidoro.

Lungo il percorso è possibile inoltre acquistare il grano presso le strutture di MontagnAmica, attingere l’acqua alle sorgenti e volendo fare il pane nei mulini. Inoltre nelle attività che fanno parte dell’Associazione è possibile acquistare i prodotti tipici dei luoghi (vino, carne, formaggi ed ovviamente il pane).



sabato 7 ottobre 2023

L’Europa delle scienze e della cultura – La presentazione nella Sala Consiliare del Comune di San Giorgio della Richinvelda


La presentazione del viaggio del gusto che Borghi d’Europa propone nel Friuli Occidentale fino a dicembre 2024, nel quadro del progetto L’Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Ionica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica),si è svolta nella Sala Consiliare del Comune di San Giorgio della Richinvelda.

Il,Sindaco, Michele Leon,ha tratteggiato, nel suo intervento, i motivi che rendono SanGiorgio della Richinvelda una comunità attiva e degna di interesse .Se la barbatella fa di San Giorgio della Richinvelda e Rauscedo delle finestre aperte al mondo, Borghi d’Europa vuole aprire queste finestre per una iniziativa destinata ad informare chi informa.

I temi della sostenibilità sono stati affrontati nel racconto del progetto Eurosostenibilità, che affronta questi temi nelle singole filiere produttive.

Oltre alla filiera agroalimentare, Borghi d’Europa propone una riflessione sul risparmio energetico e sugli obiettivi dell’Agenda 2020 delle Nazioni Unite.

Nicolas Moretti di Omnia Energy3 si è soffermato sulla storia dell’Azienda, sul suo percorso di ricerca e innovazione, sull’impegno nell’area sociale e culturale. “Omnia Energy 3 è un’azienda innovativa e dinamica con una consolidata esperienza nel settore delle energie rinnovabili. Omnia Energy 3 è leader in Friuli e Veneto orientale grazie alla realizzazione di oltre 8.000 impianti per privati, aziende ed enti pubblici e più di 80 MegaWatt di potenza installata.

Uno dei temi affrontati è il mondo della cooperazione, che a San Giorgio della Richinvelda ha trovato un humus straordinario.

L’intervento di Fabio Rebolino, vice presidente di ConfCooperative Pordenone, ha chiarito

il senso della partecipazione al progetto.

E’ toccato poi alle cooperative associate presentare la propria identità : Renata Pitton

(Presidente della Cooperativa di Consumo Crai di Rauscedo), Umberto Scodeller

(Presidente di Cooperative Agricole di Castions di Zoppola), Gianvito Quattrin

(Presidente di Copropa, la Patata con l’accento, di Ovoledo di Zoppola), Ivan Toffolatti

(Presidente della Cantina San Giorgio), Antonio Zuliani (Presidente della Cantina

Rauscedo).

Per raccontare i protagonisti delle Vie del Gusto nel Friuli Occidentale , gli interventi di Cesare Bertoia ( Casato Bertoia, Presidente Confindustria Alto Adriatico, Filiera Agro Alimentare) ; Mattia Marinello de La Chiocciola del Tagliamento; Marco Bortolus,Trattoria Pizzeria Il Grappolo e Pasticceria Dolcevita (Sesto al Reghena e Codroipo) e del Salumificio Marescutti di Spilimbergo (invitato dalla Coop di Consumo di Rauscedo).

Una degustazione delle eccellenze locali è stata organizzata e offerta dalla Cooperativa

di Consumo Crai di Rauscedo.

L’intervento di Cesare Bertoia

venerdì 6 ottobre 2023

EUROVINUM: LA DEGUSTAZIONE DEI VINI MARCHIGIANI A MILANO BY GOWINE

 




Un nuovo appuntamento mirato organizzato da Gowine a Milano

Milano, 4 Ottobre 2023- Le Marche sono una regione particolarmente vocata a livello vitivinicolo dell’Italia Centrale, con una forte presenza di vitigni autoctoni, grazie alla conformazione dell’areale che comprende in buona parte colline e alcune montagne, oltre al Mediterraneo che bagna la parte orientale.

Borghi d’Europa ha partecipato al momento di approfondimento dedicato ai vini marchigiani all’Hotel Nh Touring a Milano, promosso da Gowine.

Una degustazione mirata, che ha visto la presenza di alcune cantine selezionate e una parte di etichette tipiche nell’area enoteca, tutte assolutamente rappresentative dei differenti terroir della regione marchigiana.

Della zona di Offida (Ap), molto apprezzati il Rosso Offida Docg Esperanto 2014 Bio (85% Montepulciano e 15% Cabernet) e  l’Oppidum Marche Rosso Igt 2017 da uve Montepulciano in purezza di Ciù Ciù, poi il  Rosso Piceno DOC Superiore Vellutato (Montepulciano, Sangiovese e 15% di Cabernet Sauvignon) di Villa Pigna, mentre tra i bianchi, davvero interessanti gli Offida Docg Pecorino 2018 e 2017 e il Marche Passerina Igt 2022 dell’Azienda Agrobiologica Sangiovanni.

Dall’Anconetano invece, hanno colpito Il Rosso Conero Doc 2020 (Montepulciano in purezza) e il vivace Spumante Metodo Classico Blanc de Noir Brut Dona Giulia 2021 (sempre Montepulciano in purezza) di Fattoria Le Terrazze, poi il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Doc Superiore Podium 2020, il Verdicchio Brut Riserva Metodo Classico 2019 e il Rosso Conero Docg Riserva Grosso Agontano 2019 di Garofoli ed infine, dell’Azienda Agricola Marchetti il Verdicchio dei Castelli di Jesi D.O.C. Tenuta del Cavaliere 2022.

Dalla provincia di Macerata, precisamente da Castelraimondo, il Verdicchio di Matelica Doc Torre del Parco 2021 si è rivelato intrigante al naso e molto equilibrato al palato, etichetta della Tenuta Piano di Rustano.

I vini degustati all’evento promosso da Gowine, hanno confermato la bontà e la ricchezza della viticoltura della Regione Marche, che verrà sempre comunicata da Borghi d’Europa nel Percorso Internazionale Eurovinum, paesaggi della Vite e del Vino, col patrocinio della Iai (Inizaitiva Adriatico Jonica).

Evviva!