venerdì 11 febbraio 2022

Borghi d'Europa : la sostenibilità aziendale – La partecipazione di Konsum srl

 

 


Borghi d'Europa propone dal 2020 un percorso informativo internazionale denominato

EUROSOSTENIBILITA', che ha preso il via dal Patrocinio concesso da ESOF2020 Trieste

Città Europea della Scienza a Borghi d'Europa.


Le iniziative 2022 sono dedicate ai temi della sostenibilità aziendale e vengono supportate da

Konsum srl di Cornuda (TV),azienda che opera nel Centro-Nord nei settori della segnaletica stradale e della commercializzazione di prodotti di antinfortunistica e pulizia.


In un recente servizio informativo nella rivista di Eon si leggeva :


Cosa significa essere un’azienda sostenibile?


Il concetto di sostenibilità è oggi sempre più al centro dell’attenzione, soprattutto nelle aziende e nelle imprese. L’idea di sostenibilità, per privati come per le aziende, si traduce come un impegno non solo per ridurre il nostro impatto sul Pianeta, ma anche per il benessere sociale ed economico delle persone.


Cosa significa quindi parlare di aziende sostenibili? Quando possiamo dire che un’azienda ha a cuore la sostenibilità e come possiamo fare a valutare concretamente questo parametro?


Sostenibilità aziendale: significato e definizione

Iniziamo analizzando il significato della parola “sostenibilità”: indica un approccio che mira alla soddisfazione dei bisogni delle generazioni di oggi senza compromettere la possibilità delle generazioni future.


La sostenibilità è una vision, che mette al centro le azioni, i comportamenti e le scelte di sviluppo focalizzate non solo sui problemi a breve termine ma anche, e soprattutto, su quelli a lungo termine. L’oggi e il domani sono legati in modo indissolubile: non possiamo prescindere dal fatto che quello che facciamo oggi avrà conseguenze future a livello globale.


Sono sostenibili le aziende che hanno fatto propria questa visione dello sviluppo, con azioni e progetti che si concentrano per creare ora soluzioni concrete per il futuro. In particolare, ci sono tre aspetti su cui possiamo concentrare i nostri sforzi: ambientale, sociale ed economico. Le aziende sostenibili sono quindi quelle che riescono a raggiungere a integrare nel proprio modello di business queste tre dimensioni:


Sostenibilità ambientale: questo aspetto è legato alla tutela dell’ambiente. Molto spesso questo, per le aziende, si traduce in una riduzione dell’impatto ambientale nelle fasi produttive e nell’attenzione sul consumo delle risorse naturali.


Sostenibilità sociale: la sostenibilità riguarda anche la società e le persone. Le aziende realizzano la sostenibilità sociale garantendo giustizia e uguaglianza nel trattamento dei dipendenti, bandendo ogni forma di discriminazione. Significa creare delle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro e instillare un senso di appartenenza in chi lavora.


Sostenibilità economica: La sostenibilità economica è la capacità creare valore attraverso la produzione di oggetti o servizi in grado di migliorare la vita delle persone, unendo gli aspetti economico-finanziari alle sopracitate dimensioni di sostenibilità sociale e ambientale.





martedì 8 febbraio 2022

Eurosostenibilità : ENERGIA RINNOVABILE NECESSE EST - L'intervento di Elisa Elettroimpianti srl

 


Quando, soprattutto durante l’Amministrazione Obama si iniziò a parlare di green economy e soprattutto di energie rinnovabili, sembrava di parlare di un futuro fantascientifico di là da venire. Invece in pochi anni si è iniziato ad investire seriamente in questo campo. Dapprima un po’ timidamente per quanto riguarda l’Italia, che si dedicò quasi esclusivamente alla produzione di energia eolica, anche per mancanza di adeguati stimoli finanziari, ma in questi ultimi anni i progressi sono stati continui e diventeranno sempre più travolgenti per merito del Piano per la Ripresa dell’Europa (NextGenerationEU).

Negli ultimi anni tuttavia, accanto all’energia eolica, si sono sempre più rafforzate la produzione fotovoltaica di energia e quella da biomasse/biogas, oltre naturalmente a quelle tradizionali: idroelettrica e geotermica, nonché, ovviamente a quella derivata da fonti fossili, in netto calo. Stando all’ultimo aggiornamento disponibile (pubblicato il 26 luglio 2021 da Terna), nel mese di giugno l’Italia ha attinto per il 42% del totale a fonti di energia rinnovabile. Un dato interessante ed incoraggiante se si pensa che la quota di rinnovabili sul totale si attestava al 37% in aprile, al 33% a febbraio e al 30% a novembre 2020.Una crescita continua, quindi, sin dall’autunno del 2020, periodo in cui l’energia pulita aveva invece accusato una riduzione del proprio contributo sul totale.

Sempre dai dati Terna le percentuali di produzione dell’energia, suddivise per tipologia hanno riportato le seguenti variazioni sono le seguenti:

Variazioni fonti di energia (giugno 2021 vs giugno 2020)

Produzione netta: +1,5

Eolica: - 37,8

Idrica: +2,3

Geotermica: +3,2

Termica: +4,8

Fotovoltaica: +5,7

La tendenza è dunque fortemente favorevole allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, che portano enormi vantaggi: innanzi tutto sono inesauribili, inoltre sono sostenibili, a differenza delle le cosiddette “fonti fossili”, come il carbone, la cui combustione rilascia anidride carbonica ed altri “gas serra”, che contribuiscono ad aumentare la temperatura della Terra, e quindi il surriscaldamento globale.

Quest’ultimo, che provoca lo scioglimento dei ghiacci e la desertificazione di aree sempre più vaste, mette a rischio molti territori e la stessa sopravvivenza di piante e animali, danneggiando in modo pesante anche l’uomo. Le linee guida tracciate a livello internazionale ribadiscono come l’unica soluzione percorribile sia un ripensamento radicale del nostro modello di sviluppo. Nella produzione di energia, è fondamentale muoversi verso sistemi di produzione e di consumo che portino a una crescente riduzione dei combustibili fossili, a un uso sempre più efficiente dell’energia e a un impiego sempre più massiccio delle fonti rinnovabili. Questa “transizione energetica” è una strada obbligata, ma non è certo facile.

Nonostante il loro impiego crescente, oggi le fonti rinnovabili non sono in grado di soddisfare da sole la richiesta di energia necessaria per la vita quotidiana di una città o di un Paese. Ancora non abbiamo soluzioni tecnologiche che permettano di accumulare energia su vasta scala, ad esempio per conservare l’energia fotovoltaica prodotta di giorno e usarla di notte per illuminare un’intera città o alimentare un ospedale, ma vi stiamo lavorando seriamente. E’ questo infatti l’impegno che dobbiamo prendere per lasciare un mondo migliore ai nostri figli.

Gianluigi Pagano




lunedì 7 febbraio 2022

Borghi d'Europa : la sostenibilità aziendale – La partecipazione di Konsum srl

 

 


Borghi d'Europa propone dal 2020 un percorso informativo internazionale denominato

EUROSOSTENIBILITA', che ha preso il via dal Patrocinio concesso da ESOF2020 Trieste

Città Europea della Scienza a Borghi d'Europa.


Le iniziative 2022 sono dedicate ai temi della sostenibilità aziendale e vengono supportate da

Konsum srl di Cornuda (TV),azienda che opera nel Centro-Nord nei settori della segnaletica stradale e della commercializzazione di prodotti di antinfortunistica e pulizia.


In un recente servizio informativo nella rivista di Eon si leggeva :


Cosa significa essere un’azienda sostenibile?


Il concetto di sostenibilità è oggi sempre più al centro dell’attenzione, soprattutto nelle aziende e nelle imprese. L’idea di sostenibilità, per privati come per le aziende, si traduce come un impegno non solo per ridurre il nostro impatto sul Pianeta, ma anche per il benessere sociale ed economico delle persone.


Cosa significa quindi parlare di aziende sostenibili? Quando possiamo dire che un’azienda ha a cuore la sostenibilità e come possiamo fare a valutare concretamente questo parametro?


Sostenibilità aziendale: significato e definizione

Iniziamo analizzando il significato della parola “sostenibilità”: indica un approccio che mira alla soddisfazione dei bisogni delle generazioni di oggi senza compromettere la possibilità delle generazioni future.


La sostenibilità è una vision, che mette al centro le azioni, i comportamenti e le scelte di sviluppo focalizzate non solo sui problemi a breve termine ma anche, e soprattutto, su quelli a lungo termine. L’oggi e il domani sono legati in modo indissolubile: non possiamo prescindere dal fatto che quello che facciamo oggi avrà conseguenze future a livello globale.


Sono sostenibili le aziende che hanno fatto propria questa visione dello sviluppo, con azioni e progetti che si concentrano per creare ora soluzioni concrete per il futuro. In particolare, ci sono tre aspetti su cui possiamo concentrare i nostri sforzi: ambientale, sociale ed economico. Le aziende sostenibili sono quindi quelle che riescono a raggiungere a integrare nel proprio modello di business queste tre dimensioni:


Sostenibilità ambientale: questo aspetto è legato alla tutela dell’ambiente. Molto spesso questo, per le aziende, si traduce in una riduzione dell’impatto ambientale nelle fasi produttive e nell’attenzione sul consumo delle risorse naturali.


Sostenibilità sociale: la sostenibilità riguarda anche la società e le persone. Le aziende realizzano la sostenibilità sociale garantendo giustizia e uguaglianza nel trattamento dei dipendenti, bandendo ogni forma di discriminazione. Significa creare delle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro e instillare un senso di appartenenza in chi lavora.


Sostenibilità economica: La sostenibilità economica è la capacità creare valore attraverso la produzione di oggetti o servizi in grado di migliorare la vita delle persone, unendo gli aspetti economico-finanziari alle sopracitate dimensioni di sostenibilità sociale e ambientale.






venerdì 4 febbraio 2022

Il Molise fra Caciocavallo e Saggicciotto - Il racconto di Emanuele Spader

 


 


Il Molise, terra che alterna montagne innevate, colline e spiagge di sabbia, è una piccola Regione, incastonata tra l’Appennino e l’Adriatico, l’Abruzzo e la Puglia. E’ poco conosciuta, ma piena di piacevoli sorprese, tra cui una cucina autentica e sobria con piatti dai sapori decisi. Per quanto riguarda le carni, tipiche sono quelle di pecora e d’agnello, ma molto frequenti anche i piatti a base di maiale.  Una specialità sono i formaggi: ottime scamorze, trecce e ricotte, ma il re incontrastato è il Caciocavallo di Agnone, che ha crosta color nocciola e una forma di grossa pera, alta una ventina di centimetri.

Sul nome di questo formaggio tradizionale, tipico, oltre che di questa Regione, anche di Campania, Calabria, Puglia   e Sicilia, ancora si discute: chi lo spiega con l’uso antichissimo di legare le forme a coppie “a cavallo di un bastone”, altri dicono che in antico questo formaggio fosse prodotto da latte di giumenta, o che fossero trasportate a penzoloni in groppa ad un cavallo, ma forse la spiegazione più convincente è che il latte trasportato nelle otri in groppa ai cavalli si coagulava in una massa caseosa, assai gradevole. Certo è che l’uso di far pascolare le vacche liberamente conferisce al loro latte (ed anche più al formaggio che ne deriva) un sapore straordinario, con sentori di erbe e fiori.

In questo territorio incantato, la mia Guida, Emanuele Spader mi ha fatto assaggiare diversi tipi di salumi: dalla Ventricina di Montenero di Bisaccia, alla Soppressata di Rionero Sannitico, ma quello che mi è rimasto più impresso, (anche per il suo nome, che già ispira simpatia) è il Saggiciotto (o Sagiciotto),

E’ un salume preparato con tagli di prima scelta di suini allevati localmente in modo naturale In particolare vengono usati: coscia, lombo, capocollo ecc. rifilati da grasso e nervi, poi la carne è accuratamente macinata. All’impasto si uniscono poi cubetti di grasso poi si lavora bene l’impasto, condendo con sale e grani di pepe e si insacca in budello naturale e legandolo poi il tutto per formare dei salsicciotti. Il salume è poi esposto al fumo in appositi locali e lasciato asciugare per circa una settimana; segue un periodo di stagionatura che si protrae mediamente per circa tre mesi. Il risultato un salume dalla consistenza morbida e di media compattezza; il suo profumo é delicato; il sapore sapido, speziato e caratteristico, ottimo da gustare al naturale con pane, patate arrosto o zucchine sott’aceto ed abbinato a vini bianchi freschi, giovani, di buona acidità e medio corpo.

Ah dimenticavo di dire che quando siamo stati ad Agnone per degustare il Caciocavallo abbiamo ammirato anche un’Azienda che prosegue la tradizionale produzione locale di campane (documentata da quasi mille anni): quella che oggi può a pieno titolo definirsi la “fonderia del Papa”: la Pontificia fonderia di campane Marinelli.





E dopo queste meravigliose (e gustose) scoperte, le campane hanno suonato a festa!

Gianluigi Pagano 




Tra i borghi merita una sosta Bagnoli del Trigno, arrivato nella finale di Borghi dei Borghi proposta dalla trasmissione di Rai 3 Alle falde del Kilimangiaro. È raccolto intorno a una rupe per la sua collocazione a ridosso della roccia, con la chiesa di San Silvestro incastrata tra due rupi e il Castello Sanfelice che svetta in cima al paese. Agnone, il paese delle campane, si trova su un crinale roccioso nella Valle del Verrino e il suo splendido centro medievale è punteggiato da palazzi in pietra e da tante chiese: quella dedicata a San Marco spicca per bellezza. Qui vi ha sede la Pontificia Fonderia Marinelli che fabbrica campane dal 1300. Un salto a Isernia, per procedere in direzione Sepino, situato ai piedi del Matese e aperto sulla valle del Tammaro, con la città romana preceduta da un centro fortificato di epoca sannitica che sorge sulla montagna retrostante, detta di Terravecchia. Da qui ripartite direzione mare, passando per Campobasso, fino a raggiungere la strada lungo il fiume Biferno che attraversa  il lago di Guardialfiera, per giungere a Termoli, l’antico borgo marinaro delimitato da un muraglione che cade a picco sul mare.

MANGIARE

Isernia la tappa obbligatoria è da Existo Osteria Molisana (corso Marcelli, 317). La creatura di Carlo Pagano è molto attenta ai prodotti locali, che sono usati per i piatti dell’osteria. In menu c’è la tradizione molisana rivisitata ad arte, quindi meritano una menzione la pallotta cacio e uova, la cipollata d’Isernia con uovo cotto a bassa temperatura e cipolla fondente con Caciocavallo e carciofo. Tra i primi provate i crioli unto e cacio e la sagna mbuttita Sciuè Sciuè con agnello cacio e uova, carciofi e zafferano, e per terminare ordinate un Molisù.


Ad Agnone l’indirizzo da segnare in agenda è la Locanda Mammì (Contrada Castelnuovo, 86): questo è il regno di Stefania Di Pasquo, allieva di Niko Romito, che propone una cucina di alto livello dove spiccano piatti come la Lingua con finocchi e arance, l’Hamburger di agnello con maionese ai lamponi, la Spigola con carciofi e mousse di spigola e i Tortellini di manzo in brodo di erbe. Arrivando al mare, sostate a Termoli per mangiare all’Osteria Dentro Le Mura (via Federico II di Svevia, 3). L’Osteria ha ottenuto la chiocciola nella guida delle Osterie di Slow Food e Antonio Terzano e sua moglie Lina gestiscono con passione l’osteria di mare che salvaguarda la cucina genuina e locale. Tra i piatti da provare: la parmigiana di alici, il moscardino in purgatorio, il brodetto alla termolese e l’Osmosi, un passaggio e una fusione tra elementi come la rana pescatrice e il tartufo nero, presentato all’ultima edizione della BIT a Milano.

COMPRARE



Il pane tipico è il Parrozzo molisano, il pane rozzo molisano di origine contadina dalla forma emisferica. Tra i formaggi, la regione è la patria del Caciocavallo e del Caprino di Montefalcone del Sannio, che si produce tra aprile e settembre con latte crudo di capre di razza autoctona allevate in montagna allo stato brado. Lo si utilizza anche grattugiato in diverse specialità tradizionali, come l’agnello cacio e ova. La regina dei salumi è la Soppressata Molisana, composta prevalentemente da polpa suina pregiata come filetti, lombo e capocollo a cui è aggiunta una quantità di grasso non superiore al 3%.

Le vigne di Tintilia

La Tintilia è il vino e il vitigno simbolo del Molise: vale la pena arrivare fino a San Felice del Molise dal vignaiolo Claudio Cipressi per fare una visita in cantina e tra i vigneti. Assaggi da botte e non solo, in attesa che sia terminata la nuova struttura che vedrà insieme cantina e vendita diretta. La Tintilia Baccarossa è quel vino dove il Molise entra nel cuore. Dulcis in fundo, una visita alla Confetteria Papa-Dolceamaro di Monteroduni (s.s. 85 km 32,896): è specializzata in confetteria e produzione di cioccolato e ha piantato un grande mandorleto da 250 ettari, così i confetti sono ancora più pregiati.

DORMIRE

La colazione della Locanda Mammì





La Locanda Mammì ad Agnone funge anche da locanda e dispone di 7 camere arredate con gusto e tutte in maniera diversa. Con il pernottamento è compresa una colazione da re: Stefania di Pasquo ama mettere in tavola, biscotti, torte, succhi di frutta, muffin e crostatine, tutte rigorosamente preparate nella cucina della locanda. A Termoli invece c’è un albergo diffuso la Residenza Sveva (piazza Duomo, 11), un esempio unico di ricettività alternativa, tesa al recupero e alla valorizzazione di abitazioni di un certo pregio nell’ambito del borgo antico di Termoli. L’albergo diffuso è un albergo orizzontale situato nei Centri Storici, con camere e servizi dislocati in edifici diversi seppure vicini tra loro, che si rivolge a una clientela interessata a soggiornare in un contesto urbano di pregio, a contatto con i residenti, usufruendo dei normali servizi alberghieri.



IL DELIZIOSO PROSCIUTTO COTTO DI SAN MARINO - Il racconto di Emanuele Spader


La Via dei Norcini è un itinerario leggendario per scoprire in oltre sei Paesi Europei, gli artigiani del gusto della salumeria. Il Cammino della Via Norcini riprende con altre cinque tappe, che avranno come partner d'informazione il Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia(TV) ; San Marino, l'Emilia Romagna, l'Alto Molise, le Marche e la Puglia sono le 'soste gustose' di questo itinerario di Borghi d'Europa.


Fra le tante delizie caratteristiche di San Marino, una delle più memorabili è certamente il Prosciutto Cotto, dell’Azienda San Marino Salumi. La caratteristica principale consiste in un originale metodo di lavorazione, che chiamano “senza fretta, senza paragone”, della durata di 31 giorni, contro i 7 normalmente utilizzati, che conferisce ai Prosciutti Cotti San Marino maggiore digeribilità e li rende ricchi di aminoacidi essenziali. Non solo, ma la siringatura manuale in vena, meno invasiva di quella tradizionale, permette una più estesa diffusione della salina attraverso le vene presenti nella coscia, così da preservare al meglio le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche della materia prima, grazie anche all’assenza di massaggio meccanico, sostituita da una lunga permanenza in “marinatura” con relativa trasformazione enzimatica.

Le caratteristiche di tale prodotto sono molto interessanti: innanzi tutto, come abbiamo detto, è ricco di aminoacidi essenziali; inoltre è senza allergeni, quindi adatto anche per chi soffre di allergie al glutine o al latte; inoltre presentano un basso contenuto di sodio (sotto il 2%), sono senza addensanti ed esaltatori di sapidità (es. glutammato monosodico) che esaltano artificialmente il sapore del prodotto ed infine, senza nitrati; ultima caratteristica, ma non meno importante, utilizzano solo aromi naturali.

Naturalmente l’Azienda produce diverse varietà di questo prodotto, come quello tartufato, quello alle erbe a quello fumè, senza contare altri prodotti come Petto di tacchino arrosto, Arista di Suino, Bacon fumè, e, da poco tempo un delizioso Pastrami, (sì avete capito bene, quello che nella celebre scena del film “Harry ti presento Sally”, in cui Meg Ryan finge un orgasmo al tavolo di un ristorante di New York; come ricorderete il protagonista a tavola è proprio un sandwich al pastram!)

Anche “lo mio maestro", come diceva Dante, cioè Emanuele Spader ebbe parole di lode per questi prodotti, forse un po’ meno saporiti di quelli analoghi di sua produzione, ma senz’altro altrettanto validi.

Gianluigi Pagano


giovedì 3 febbraio 2022

La Via dei Norcini : il Prosciutto Istriano a Tignano - Il Racconto di Emanuele Spader


 


In Croazia, a Tignano, ecco il prosciutto istriano.

La sua casa è considerata Tignano, proclamato il comune del prosciutto istriano, dove ogni anno si riuniscono i migliori produttori di prosciutto della regione istriana e quelli provenienti da altre parti del mondo, ma anche dove si trovano numerose produzioni di prosciutto, questa superba prelibatezza culinaria. In questa parte dell'Istria lo chiamano "vijulin”, violino, per la sua morbidezza, tenerezza, dolcezza e unicità, ma anche per il modo ti tagliarlo che deve essere accurato e delicato, come quando si suona uno strumento musicale costoso.
Ci ospita Mladen Dujmovic.

Il prosciutto istriano si mangia da solo, quando portandolo alla bocca si scoprono tutti i suoi gusti o in uno dei piatti tradizionali come la ‘fritaja’, frittata, omelette istriana, o si usa  come aggiunta alla regina del cibo al cucchiaio – la minestra, o come farcitura di piatti di carne, a volte in aggiunta alla pasta oppure viene solo leggermente fritto sull’oro dell’olio d'oliva. Qualunque sia la combinazione che assaggerete  non dimenticate di abbinarlo con alcuni degli ottimi vini istriani, completando così  la vostra originale esperienza gastronomica istriana.

 

Kućići 109, Kringa, 52444 Tinjan, Tinjan

 +385(0) 91 568 2949, +385(0) 91 895 60 99


mercoledì 2 febbraio 2022

La salama da sugo ferrarese - Il racconto di Emanuele Spader


 


 Ferrara è una città meravigliosa e strana: un gioiello di 

architettura rinascimentale di cui non si sa cosa ammirare 

maggiormente: se il meraviglioso Castello nel cuore della Città 

o il Palazzo Diamanti o il Duomo, in cui i vari stili architettonici 

si fondono mirabilmente.

Il fascino della città è caratterizzato dalla nebbia, che per molti mesi dell’anno avvolge la città ed i suoi monumenti e a volte sembra permeare anche gli animi dei ferraresi, un po’ introversi e quasi gelosi delle loro glorie e poco propensi a condividerle con gli altri.

Ciò non vale solo per i tesori artistici, ma anche per quelli gastronomici. Un esempio di ciò è la poco conosciuta “Salama da Sugo”, per la quale è stato costituito un apposito Comitato per ottenere l’IGP, ottenuto il quale però non è stata fatta nessuna azione di promozione per far conoscere, al di là dei confini estensi questo autentico gioiello gastronomico.

E’ un insaccato dalla tipica forma rotondeggiante a spicchi, fatto con la vescica del maiale, riempita di sola carne di suino: coppa di collo, pancetta, lardo di gola, fegato e lingua, macinati e conditi con sale, pepe, vino rosso. La forma particolare gli deriva dalla legatura con spago grosso, in modo da formare 8 spicchi.

La Salama viene prima lasciata a maturare in ambiente caldo e ben ventilato per alcuni giorni, poi è messa a stagionare per più di 6 mesi (ma un anno è ideale) in locali freschi e bui ed arieggiati bene.

La Salama va preparata cotta, operazione estremamente delicata, come insegnavano il mitico Enzo Tassi e successivamente il figlio Roberto, ristoratori di Bondeno che sono stati i veri profeti della Salama da sugo, facendola degustare a tanti personaggi famosi, da Mario Soldati a Indro Montanelli, da Alberto Lupo a Marcello Mastroianni e Faye Dunaway e Tony Curtis, da Vittorio De Sica e Sophia Loren a Robert De Niro.

Innanzi tutto la salama va avvolta in una pezzuola di tela di cotone e tenuta a bagno per una notte; poi, dopo averla pulita con grande delicatezza le incrostazioni esterne e le eventuali muffe formatisi all’esterno, va messa all’interno di una pentola d’acqua, (sempre avvolta in un sacchetto di tela o in quelli da cottura) appendendola, con l’anella dello spago da cui è legata ad un cucchiaio da cucina, posto di traverso sulla pentola, in modo che la salama sia completamente immersa nell’acqua ma non tocchi il fondo del tegame. Si porta quindi lentamente l’acqua in ebollizione e si prosegue la cottura per almeno quattro ore. L’importante è evitare che si rompa la vescica facendo fuoriuscire…il sugo che dà il nome al manicaretto!

C’è invece chi, per maggior sicurezza preferisce cuocerla a bagnomaria.

Quindi, tolti i lacci, si pone la salama, su un piatto di portata e la si porta fumante in tavola. Anche la cerimonia dell’apertura è delicata: va incisa sulla sommità con un taglio a croce poi, aperti i quattro lembi, si estrae il contenuto con un cucchiaio, distribuendolo ai commensali, magari ponendola su un letto di purè o di zucca; infine si raccoglie il vino di condimento, che in cottura si è raccolto sul fondo, distribuendolo sulla carne.

Alcuni servono la Salama anche fredda, magari abbinandola col melone, ma a mio avviso così perde le sue eccezionali caratteristiche, tra cui quella …del sugo da cui deriva il nome.

Nonostante la il suo delizioso sapore, non bisogna esagerare con le quantità, perché si tratta di un alimento molto calorico, oltre che dalle supposte proprietà afrodisiache.

A proposito di quest’ultima qualità, Giuseppe Longhi specifica che tradizionalmente la Salama veniva servita ai novelli sposi nelle cerimonie nuziali “par metar in tal sangv un poch ad murbìn” , mentre Pastonchi scrisse: “Davvero io credo che l’abbiano inventata per i loro uomini le Donne di Casa d’Este”,


Gianluigi Pagano