sabato 15 maggio 2021

La Macelleria Deganello a Malo nella rete di Borghi d'Europa


 

LA MACELLERIA DA RENATO DI DEGANELLO RENATO E DENIS PROPONE CARNI DI PRIMA QUALITA' DAL 1985 , a Malo e Schio .




“Facciamo il mestiere di macellai cercando di migliorarci nella nostra arte e di arrivare al taglio e alla cottura perfetta per ogni pezzo di ciccia. E’ il nostro modo di rispettare l’animale: usare tutto al meglio.Nella nostra bottega, dove è sacra l’ospitalità, potete comprare manzo, maiale , pollame e agnello. Nella vostra cucina di casa, dove si mangia tutti assieme in convivio, avrete la possibilità di apprezzare, spero, tutto il nostro lavoro nella ricerca della qualità , la nostra macelleria è aderente al gruppo Confcommercio “Le Macellerie del Gusto” . Proponiamo due preparati pronto cuoci: l’Arrosto di vitello ai porcini e il Cappone con radicchio ( https://youtu.be/k5ApjsdJG30 )“ .


Miglior presentazione non poteva esser fatta, lasciando la parola ai protagonisti di questa storia.

Entrando, in punta di piedi, nella boutique della carne di Malo, ne abbiamo apprezzato la luminosità, la creatività nell'esporre le carni, il buon gusto che certamente è suggerito da una passione e da una professionalità sconfinate.

Il mestiere del macellaio, in questi anni, si è evoluto, ha preso la strada della gastronomia, ha saputo

avvicinarsi ai gusti mutati della gente, ha saputo, in fondo, coccolare tutti i sensi dei consumatori.


Così,guardando bene, non ci stupiscono le scelte di Denis : l'angolo dei vini ( del territorio e non solo) ; i suggerimenti ' altri' (sughi,paste,ecc.) che previlegiano i prodotti d'eccellenza, che non troverete negli spazi della grande distribuzione :::: e quel bene 'immateriale' che è e resta il dialogo con il cliente, quel prezioso lavoro di orientamento alimentare o di semplice 'ciacola' che , comunque, riempie i vuoti di una vita consegnata troppo spesso alla fretta e al consumismo becero.


Ebbene, tutto questo alla Macelleria da Denis è miracolo quotidiano.




Per questi motivi i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno voluto inserire la Macelleria Deganello nei percorsi del gusto del progetto L'Europa delle scienze e della cultura(Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico-Jonica),per indicare un esempio e una filosofia.

Grazie di esistere !

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sabato 1 maggio 2021

ISOLA D'ISTRIA, UN BORGO DI MARE NEL LITORALE IN SLOVENIA




Isola d'Istria o semplicemente Isola, è una piccola città portuale dell'Istria settentrionale. Si trova attualmente in Slovenia, a cavallo tra Capodistria e Pirano. 

Deliziosa cittadina di mare, è l'ideale per concedersi qualche ora di relax passeggiando nel suo centro storico a cavallo tra le onde dell'Adriatico.



LA STORIA DI ISOLA D'ISTRIA

Isola d'Istria nacque nell'epoca romana, inglobata nella X Regio Venetia et Histria. 

Isola d'Istria è stata probabilmente la città dell'Istria più devota al dominio della Serenissima. Sotto Venezia, Isola d'Istria divenne comune autonomo, conobbe un importante sviluppo del porto e delle rotte commerciali marittime che rese l'economia locale particolarmente florida. Il legame indissolubile con Venezia si evince sino alla caduta della Serenissima nel 1797 che innescò un insurrezione popolare dei cittadini per difendere l'eredità di San Marco. 

Isola d'Istria venne così conquistata da Napoleone e successivamente dall'Austria. In questo periodo, nell'ottocento, l'attività portuale di Isola d'Istria fu declassificata a fronte dell'espansione della vicina Trieste e del suo porto. 

A seguito della prima guerra mondiale fu annessa, assieme a Trieste e l'Istria, all'Italia. 

Il periodo più buio per la maggioranza della popolazione di Isola d'Istria di lingua e cultura italiana avvenne con la seconda guerra mondiale. Assediata dai tedeschi durante la guerra ed in tempo di pace pressata dalle forze jugoslave capitanate da Tito che inneggiavano l'annessione della città e dell'Istria alla Jugoslavia. Isola d'Istria venne invece inglobata nel Territorio Libero di Trieste, zona B, ad amministrazione jugoslava fino al 1954. 

In quegli anni l'amministrazione cercava di snazionalizzare e rompere quel legame indissolubile della città con Venezia e quindi con l'Italia e ciò provocò il famigerato esodo degli istriani, fiumani e dalmati che si intensificò proprio negli anni cinquanta, quando ormai era certo che Isola d'Istria e tutta la zona B da Capodistria a Cittanova sarebbe passata definitivamente sotto la Jugoslavia e formalizzata giuridicamente solo nel 1975 a seguito del Trattato di Osimo.

Dal 1991 Isola d'Istria fa parte della Repubblica di Slovenia e vige il bilinguismo ufficiale italiano e sloveno.




COSA VEDERE A ISOLA D'ISTRIA



Passeggiare nel centro storico di Isola d'Istria sarà un vero piacere. Ci sono palazzi in stile veneziano veramente graziosi come Palazzo Manzioli, sede della locale Comunità degli Italiani di Isola, viuzze e calli incantevoli a due passi dal mare. Il porto, dimensionato e carino, ricorda molto quello di Muggia.


Da visitare sicuramente è il duomo di San Mauro, edificio canonico baluardo di Isola d'Istria ed il museo della Parenzana, linea storica ferroviaria che metteva in collegamento le città giuliane di Trieste e Parenzo. 



Al livello naturalistico, vicino ad Isola d'Istria, c'è la Riserva Naturale della Falesia di Strugnano, nel comune di Pirano, a pochi chilometri ad est della città. 


Isola d'Istria è dotata di alberghi per trattamenti relax e wellness. 


Le spiaggie sono accessibili anche se ridimensionate e principalmente sassose. 

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L’Emilia-Romagna in Bicicletta

 

 



È andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese, perché devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese. In questo modo te le ricordi come sono veramente, mentre in automobile ti restano impresse solo le colline più alte, e non hai un ricordo tanto accurato del paese che hai attraversato in macchina come ce l’hai passandoci in bicicletta.
(Ernest Hemingway
)

Premesso che Ferrara è chiamata la “città italiana delle biciclette” , avendo un tasso tra i più alti in Europa di cittadini che utilizzano questo mezzo, possiamo veramente dire che l’Emilia rappresenta il territorio ideale per il veloturismo, per cui sono previsti percorsi specifici quasi dovunque.

Vediamo le principali vie di importanza internazionale dedicate in Italia a questo mezzo:

  • Eurovelo 5 (cioè la Via Francigena): si tratta della via percorsa dai Pellegrini che dall’Inghilterra giungevano a Roma e successivamente a Gerusalemme. Il percorso emiliano partiva da Piacenza e costeggiava la Via Emilia fino a Fidenza, per poi raggiungere Fornovo Taro, attraversando il e quindi attraversando l’Appennino, da Berceto alla toscana Pontremoli.

  • Eurovelo 8 invece, partendo da Rijeka (Fiume) giunge fino al principato di Monaco, attraversando tutta l’Italia del Nord, da Trieste a Ventimiglia.

  • Eurovelo 7 attraversa verticalmente l’Europa, da Capo Nord a Malta; per quanto riguarda l’ltalia, partendo da Brunico si arriva fino a Villa San Giovanni e, attraversato lo Stretto, fino a Pozzallo.

  • Ciclovia Adriatica, che da Monfalcone (ed in Emilia-Romagna da Taglio di Po ) raggiunge Ravenna.

  • Parco del Delta del Po con i suoi magnifici percorsi che toccano anche città d’arte come FerraraRavennaRiminiCesena ed oasi naturali come le Saline di Cervia e le colline dell’entroterra del forlivese

  • ciclabile del Marecchia, In Emilia; qui. Il paesaggio si trasforma ma gli itinerari rimangono sempre molto numerosi. Si va dalle zone della Bassa Val Padana tra pioppi, rocche e palazzi sulle rive del grande Po, alle ripide salite in montagna nel Parco Regionale del Frignano, fino ai Colli bolognesi, tra calanchi, vigneti e castelli e il cibo.

Molto interessanti anche i 10 percorsi delle Ciclovie dei Parchi :

● Ciclovia del Taro (Parco fluviale regionale del Taro)

 Ciclovia Boschi di Carrega (Parco regionale dei Boschi di Carrega)

● Ciclovia del Parco dei Sassi (Parco regionale dei Sassi di Roccamalatina)

● Ciclovia dei Gessi di Gaibola (Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa)

● Ciclovia della Memoria (Parco storico regionale di Monte Sole)

● Ciclovia di Monteveglio (Parco regionale Abbazia di Monteveglio)

 Ciclovia dei Gessi (Parco regionale Vena del Gesso romagnola)

● Ciclovia del Trebbia (Parco regionale fluviale del Trebbia)

 Ciclovia del Secchia (Riserva naturale orientata Cassa di espansione del fiume Secchia)

che attraversano le aree e le riserve naturali regionali, permettendo di godere di paesaggi stupendi in collina e in pianura e di fare qualche sosta per scoprire bellezze non solo naturalistiche e ambientali, ma anche storiche e architettoniche dei luoghi che si toccano.

Ma se alle strade asfaltate si preferiscono gli sterrati, all’interno dei parchi dell’Emilia Romagna sono presenti e ben segnalati tracciati di vario tipo, come. il Cimone Bike Park, in provincia di Modena,  sull’Appennino riminese invece si trova il Valmarecchia Bike Park con oltre 15mila metri di discesa.